Lui è tornato – Opinioni sul film

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Cosa succederebbe Se Hitler tornasse tra noi? È una domanda che si adegua perfettamente ai giorni nostri. Non vorrei portare fare un discorso politico, eppure è su questo aspetto che verte il film. In apparenza una commedia, dal trailer sembra esilarante e lo è, scivola via come olio nonostante i difetti che la pellicola presenta, perché ne presenta. La chiave di lettura, tuttavia, qual’è? La chiave principale è quella che la premessa ci offre, ossia, in tempi crudi e violenti come quelli attuali, molto vicini a guerre, con gli stranieri che vengono guardati con diffidenza, cosa succederebbe se Hitler tornasse oggi tra noi?

A rispondere a questo quesito è stato Timur Vermes, con il suo libro “Er ist Wieder da”, ossia: “Lui è tornato”. Non ho avuto il piacere di mettere le mani sul testo, ammetto che lo avrei preferito di gran lunga perché un film non permette l’immersione che, invece, un buon libro è capace di fornire, quindi mi limito ad analizzare il film che ho comunque particolarmente apprezzato. Non è una vera e propria recensione, piuttosto una serie di opinioni, perlopiù positive, in riferimento a quest’opera. Dunque: “Lui è tornato” è diretto da David Wnendt e interpretato da un interessante Oliver Masucci, che per impersonale Hitler ha studiato gli scritti del dittatore, i dialoghi al pubblico, è ingrassato di venti chili e per evitare aggressioni girava sempre con dei bodyguards. Per quanto mi riguarda sembrava davvero di avere dinanzi il führer. Il film ha avuto un grandissimo successo, al punto da riproporlo al cinema fino a venerdì 29 aprile 2016. Consiglio di mobilitarvi per vedere questo film, ma Netflix dovrebbe sopperire la mancanza nel caso non riusciate a gustarvi la pellicola al cinema, perché è attualmente in streaming anche sulla piattaforma online.

Il primo problema per questa pellicola, senza girarci troppo attorno, sono state le critiche italiane. Ho letto commenti che mai avrei voluto leggere, piuttosto avrei preferito lavarmi la faccia con l’acido. Potrei citare anche i nomi di queste cime, ma non è qualcosa che farò. Diciamo che sono di facile reperibilità nel caso abbiate Facebook, perché il film è stato più volte pubblicizzato in queste settimane: se vedete un link con migliaia di like vi consiglio di aprire i commenti e farvi un giro. In breve, la maggior parte di queste dichiarazioni, affermavano che il film fosse un’apologia al nazismo, che non avrebbero mai visto questo film solo per non darla vinta alle multinazionali che voglio intrattenerci e farci passare per simpatico un dittatore. Purtroppo, in cuor mio, so che questa gente era del tutto seria nel dire queste frasi e questo mi turba parecchio, specie perché i commenti sono ben peggiori di questi che, ahimè, sono i soli che ricordo e di certo c’erano di ben peggiori.

A queste persone io suggerisco di andare a vedere il film e seguirlo con un occhio oggettivo, senza manifestare troppo la loro posizione politica, perché se riusciranno ad arrivare all’ultima frase di questa pellicola, capiranno che la critica è molto più pesante di quanto possa sembrare. È chiaro, un trailer non deve dire tutto, ciò che si vede strappa qualche sorriso, ma come si può parlare di ironia “a favore” del führer? Semmai satira e neppure quella, perché la critica formulata è davvero più amara di quanto potessi mai immaginare e ciò avviene nell’ultimo quarto d’ora, di botto e in maniera del tutto inaspettata, quando comincia ad entrare nel film il discorso sugli ebrei che dall’inizio è stato strategicamente evitato. C’è un accordo tra Hitler ed una rete trasmittente, il discorso “ebrei” era un argomento che non sarebbe dovuto mai emergere, coperto da un veto consensuale tra i protagonisti, perché scomodo. Questo perché, nel film, Hitler fa una vera e propria scalata al potere per ingraziarsi il popolo e lo fa sapendo che il mondo crede sia solo un buon attore, facendo buon viso a cattivo gioco per conquistarsi il pubblico, accettando consciamente questo ruolo apparente per arrivare a obiettivi ben peggiori… Perché i tempi sono maturi, per citare una frase del film.

Il film muove una critica pesantissima alla realtà dei giorni nostri. Come ho già detto, non voglio portare il discorso sul piano politico, ma è necessario almeno comprendere il punto principale. Viviamo in una società orribile, viviamo in una società in cui la gente si fa scoppiare in aria uccidendo centinaia di persone nel nome di un Dio, viviamo sotto minaccia ed è recente la dichiarazione dei servizi segreti che ha affermato la presenza di cellule terroristiche nel territorio italiano, tedesco e inglese, oltre che francese e belga. Il film, in un certo senso, punta proprio su questo, sulle debolezze e sulle paure degli uomini; ripercorre un po’ l’ascesa al potere del führer, ossia tutti lo deridono eppure riesce a conquista tutti in maniera inaspettata; perché tutti pensano ciò che lui dice apertamente. Ci sono alcuni discorsi interessanti che l’attore è riuscito a rendere veramente bene in alcuni punti della trama. C’è un discorso, che credo sia stato molto impegnativo per lo stesso Masucci, su quanto la politica vada male mentre ci lasciamo rintronare da stupidaggini, su come ci nascondono “l’abisso” con programmi televisivi di cucina per sopperire alle mancanza di informazioni, per assopirci ogni giorno di più e farci dimenticare i veri problemi della nazione, informazioni scomode a cui il popolo è meglio non faccia attenzione. Da questo preciso punto la storia comincia a prendere il suo ruolo di denuncia ed è un crescendo continuo.

Mi aspettavo un film satirico e a tratti divertente, tra le mani ho avuto un film che per i soli dieci minuti finali ha cancellato tutte le risate che mi hanno provocato nell’ora e mezza precedente. Perché si ride e ogni risata non è stata mai forzata, ma non è la sola sensazione che questo film vuole trasmettere. Certo, si parla di un film a suo modo politico e non di una commedia, quindi le risate sono sempre ben contestualizzate; ho avvertito un continuo crescendo fino a raggiungere un picco massimo con la citazione che il regista ha fatto al film “La Caduta” di David Wnendt, la famosa scena abusata su Youtube (ma sempre comica) rifatta a seconda del programma televisivo. Da lì, in maniera inversamente proporzionale, si smette di ridere fino a sentire quel mattone sullo stomaco pesare sempre di più.

Non ho intenzione di fare una critica approfondita perché questo film è da gustare, da ridere al momento giusto e riflettere al termine della riflessione finale; vi consiglio caldamente di vederlo. Tolto alcune sbavature della regia e alcuni punti un po’ noiosi sul personaggio secondario che, premetto, non saranno duraturi, questo film potrebbe quasi raggiungere la perfezione ed io sono restio a dare il voto massimo a qualsiasi cosa. Vivere un film è soggettivo e per questo motivo è difficile dargli un dieci pieno, specie con questi piccoli problemi tecnici. Diciamo che per quanto mi riguarda, per ciò che mi ha lasciato, assegno a questo film:

Dieci, senza questi difettucci da poco

Nove nel complessivo.